Visita alla Contessa Eva Pizzardini Ba

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– Buona sera Contessa.
– Buona sera carissimo Aldo.
– Oggi giornata bella, Contessa.
– Troppo bella, carissimo Aldo,
non fa nè freddo nè caldo.
– E la noia, Contessa?
– Ah! Oh! Ih! Hum!
– Sempre la stessa!
– Già. Questo mi dite di nuovo?
Bravo.
– Cosa dirvi di nuovo?
Mi credete così ingenuo?
Non mi ci provo.
– Bravo! E passate per giovine bizzarro....
per uomo così strano....
strano.... bizzarro....
bizzarro.... strano....

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Bravo....
– Cotesta bella veste, Contessa,
l'ò vista proprio ieri sera
precisa a una borghese.
– E fu inventata a Parigi
che non è ancora bene un mese,
sempre così, si sa già.
– A Parigi fumano l'oppio.
– Ma a Parigi....
– Oh! Verrà presto la moda anche da noi.
– Altro che verrà, poi;
le belle cose da noi sono un mito,
noi, siamo quelli di ieri, o di poi.
Che governo pitocco!
Ma.... di nuovo?
– Di nuovo?
– E dire che vorrei, solo per una volta,
vedermi nuova nel mio specchio.
– Come?
– Nuova, diversa da sempre,
e diversa da tutte.
– Aver due bocche?

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– Magari, ma è un caso comune.
– Un occhio dietro?
– Dove?
– Nella testa.
– Ah! Sì....
– Un dente sulla punta del naso?
– Meglio senza naso nel caso.
– Due teste?
– Comune, comune.
– Tre teste, quattro gambe?
– Comune comune.
Iersera, per dormire, mi son fatta
tre volte la puntura di morfina.
– Tre volte!?
– Sono poche? Sono molte?
– Ma vi pare, la morfina!
– La morfina! La morfina!
– Vorreste d'un tratto
diventare Regina, Imperatrice?
Antonietta, Messalina?
– Uhm.... forse sarebbe meglio....
una poveretta.

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– Povera molto? Vivere di limosina?
Essere giù, nel fango!
– Oh! Sì!
– Insultata, battuta,
essere vilipesa, prostituta.
– Oh! Prostituta! Insultata! Battuta!
Magari nel mezzo della strada
come una donna perduta!
Almeno per provare, ma come fare?
Noi.... chi ci può insultare?
– Chi, voi? Io!
– Siete troppo gentile.
– Mi proverò.
– Siete troppo corretto, e non
riuscirete che a farmi annoiare di più.
Dirò io per la prima.
Piccolo sciocco!
– Stupida d'una donna!
– Poetucolo pitocco!
– Vescica colla gonna!
– Imbecille, cretino!
Omuncolo da nulla!

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– Povera grulla!
– Grullone, libertino, buffone,
ruffiano, lenone!
– Smencitissima vacca!
Porcona, puttana, vigliacca....
– Basta basta basta
mio carissimo Aldo,
non crediamo di dirci
qualche cosa di nuovo,
sensazione nuova, io già non provo,
la cerco, ma non la trovo.
Amiamoci piuttosto,
l'amore è tanto vecchio
mi sembrerà più nuovo.
– Sì? Purché voi ritorniate
come allora, ma ora....
– Quando?
– Quando m'ascoltavate
senza pensare al male,
ed erano assai meno noiose
le vostre serate.
– Mi avete amata voi?

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Ed io vi ò amato?
Doveva essere molto noioso
il nostro povero amore, se lo abbiamo
troncato e nemmeno ce ne ricordiamo.
– Era.... una parola sola allora....
– Vi ricordate ieri sera?
– Ieri sera?
– Quella mia parola....
– Quale? Dite, mi fate venir male.
– Quando fu?....
– Certamente vi sbagliate,
fu la sera avanti.
– Ve l'avevo già detta?
– Uh! Centomila sere,
capirete se è sempre la stessa!
Basta basta, non la ridite,
lasciatemi morire in pace,
sono malata.
– Che sarà di Voi?
– Di me?
– Buona notte Contessa.
– Buona notte carissimo Aldo.