il pranzo,

Pagina 1
...

E anche i pranzi e le cene
devono essere numeri nel programma
della gente perbene.
Si pranza così felicemente da per sè,
nella completa libertà,
ma bisogna sottostare,
come si fa?
Un pranzo di etichetta
in tutta la stagione,
qualche familiare,
e,
per non crepare dalla noia
ogni tanto, ci sta bene,
faccio una cenettina alla boccaccio.
Io prendo posto al centro della tavola,
alla mia destra Ginnasia,
a sinistra Guglielmina,
in fronte Cherubina
come padrona di casa.
Io che fo le mie cene
con un ovo o con due frittelline,
e me ne avanza,
quanto disgusto provo

Pagina 2
...

al passare d’ogni nuova pietanza,
che mi conviene un po’assaggiare
per la buona creanza.
La cena procede con brio
con molta eleganza,
chi si diverte meno sono io.
Se non fosse Stellina,
se non fosse Comettuzza,
adorabili sorelle,
che ogni tanto
mi vengono a raspare dentro il piatto,
io rido a crepapelle,
oppure saltano in mezzo al tavolo
e incominciano a beccare i fiori del bocchè
come se fosse un cavolo.
Quanta gioia per me!
Se non fosse Cherubina,
con qualche smorfiettina
piena di simpatia.
Dà uno scappellotto al servitore
che le porge il vassoio,
prende mezzo pollastro tutto per sè,
ahimè! ahimè!
Ficca un osso dentro la bottiglia
e poi ci va a guardare
piena di meraviglia.
Mangia un pochino troppo con le mani,
si sa,
buffa! buffa!
Qualche invitato certamente sbuffa,
e come si fa?

Pagina 3
...

Che cosa ci posso fare io
se la padrona di casa è una birichina?
Alle volte, perfino,
si mette col suo culo sul suo piatto,
e non di rado su quello del vicino.
Mi pare che gl’invitati si scandalizzino:
Ah! Ah! Ah! Ah!
io rido come un matto,
e Cherubina lo rifà.
«Queste sono indecenze!
sono degli orrori!»
Già si sente sussurrare.
«Infine Cherubina ha ragione,
io vi ho invitato ad una cena.... boccaccesca,
miei nobili signori».
Ma peggio ancora avviene
quando si tratta di un convito d'onore
o di cene fra persone del gran mondo,
mi sento una pietra dentro il cuore,
chi mi ci porta in fondo,
fra tante indispensabili calìe,
con una moglie di questo tipo qui,
e due sorelle come le mie?
Conosco in precedenza il mio destino,
e mi trovo già pronto
a una figura da spazzacamino.
Fin dal principio truce la guardo,
la mia birbona,
e sa quello che voglio,
ella si siede sulla sua poltrona
e sembra

Pagina 4
...

una papessa in soglio.
Ci starà?
Per il momento pare che ci stia,
io balbetto una prece alla Vergine Maria.
Ma che è che non è,
con una grazia piena d'incanto,
questa padrona senza vergogna,
sulla pelata del cavaliere accanto
vi posa un tortellino di Bologna.
Signore Iddio, io schianto.
E ad un tratto la vedo scomparire,
e insieme qualcheduno fuggire dalla sala.
«Che è? Che è stato?
«Cherubina, ha levato la parrucca
alla consolessa del Guatemala!»
Ah! Ah! Ah! Ah!
Tutti s'alzano e protestano,
gridano e schiamazzano,
la sala è in confusione.
«Orrore! Orrore!»
«Hanno fatto la cacca
nel bicchierino dell'ambasciatore!»
Ma anche i pranzi e le cene passano,
e la pace desiderata
ritorna nel mio bel castello.