I FIORI

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Non so perchè quella sera....
fossero i mille profumi del banchetto....
irrequietezza della primavera....
un'indefinita pesantezza
mi gravava sul petto,
un vuoto infinito mi sentivo nel cuore....
ero stanco, avvilito, di malumore.
Non so perchè, io non avea mangiato,
e pure sentendomi sazio come un re,
digiuno ero come un mendico, chi sa perchè?
Non avea preso parte
alle allegre risate,
ai discorsi consueti
degli amici gai e lieti;
tutto m'era sembrato sconcio,
tutto m'era parso osceno,
non per un senso di moralità,
che in me non c'è,
e nessuno siera curato di me,
chi sa....

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O la sconcezza era in me....
o c'era un ultimo avanzo di purità.
M'era, chi sa perchè, sembrata quella sera,
terribilmente pesa
la gamba che la buona vicina di destra
teneva sulla mia
fino dalla minestra.
E in fondo....
non era che una vecchia usanza,
vecchia come il mondo.
La vicina di sinistra,
chi sa perchè,
non mi aveva assestato che un colpetto
alla fine del pranzo, al caffè;
poi mi aveva ficcato in bocca mezzo confetto.

Quando tutti si furono alzati,
e si furono sparpagliati
di qua e di là,
negli angoli, nei vani delle finestre,
sui divani e sofà
di qualche romito salottino,
io, non visto, uscii nel giardino
per prendere un po' d'aria.
E subito mi parve d'essere liberato,
la fresca e pura aria
irruppe nel mio petto
risolutamente,
e il mio petto si sentì rinfrancato.

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Bella sera luminosa!
Fresca, di primavera!
Pura e serena!
Milioni di stelle amorose
sembravano occhi di purità
sorridermi dal firmamento.
Come mi sentivo contento!
Salde, robuste piante
dall'ombre generose,
sotto voi passeggiare,
sotto la vostra sana protezione obliare,
ritrovare i nostri pensieri più puri,
sognare casti ideali,
dimenticare tutti i mali del mondo,
degli uomini,
tutte le nefandezze!
Fra voi fiori sorridere,
fra i vostri profumi soavi,
angelica carezza di frescura,
esseri puri della natura!
Oh! Com'è bello, sentirsi libero cittadino,
solo, nel cuore d'un giardino!

– Zz.... Zz....
– Che c'è?
– Zz.... Zz....
– Chi è?
M'avvicinai donde veniva il segnale,
all'angolo del viale
una rosa voluminosa
si spampanava sulle spalle

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in maniera scandalosa
il décolleté.
– Non dico mica a te.
Faccio cenno a quel gruppo di bocciuoli
che son sulla spalliera,
ma non ne vale la pena.
Magri affari stasera,
questi bravi figliuoli
non sono in vena.
– Ma tu chi sei? Che fai?
– Bella, sono una rosa,
non m'ài ancora veduta?
Sono una rosa e faccio la prostituta.
– Chi?... Te?...
– Io, si, che male c'è?
– Una rosa?
– Una rosa, perchè?
All'angolo del viale
aspetto per guadagnarmi il pane,
faccio qualcosa di male?
– Oh!...
– Che diavolo ti piglia?
E credi che sien migliori
i fiori,
in seno alla famiglia?
Voltati, dietro a te,
lo vedi quel cespuglio
di quattro personcine,
due grandi e due bambine?
Due rose e due bocciuoli?
Sono il padre la madre coi figliuoli.
Se la intendono.... e bene,

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tra fratello e sorella,
il padre se la fa colla figliola....
la madre col figliolo....
Che cara famigliola!
Mio caro, è ancor miglior partito
farsi pagar l'amore
a ore,
che farsi maltrattare
da uno sconcio marito.
Quell'oca dell'ortensia,
senza nessun costrutto,
si fa finir tutto
da quel coglione
del girasole.
Vedi quei due garofani
nel mezzo della strada?
Come sono eleganti!
Campano alle spalle delle loro amanti
che fanno la puttana
come me.
– Oh!... Oh!...
– Oh! Ciel che casi strani!
Due garofani ruffiani!
E lo vedi quel giglio,
lì, al tronco di quel tiglio?
Che arietta ingenua e casta!
Ah! Ah! Lo vedi? È un pederasta.
– No! No! Basta!
– Mio caro, e ci posso far qualcosa,
se il giglio è pederasta,
se puttana è la rosa?
– Anche voi!

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– Che meraviglia!
Saffica è la vainiglia.
E il narciso, specchiuccio di candore,
si masturba quando è in petto alle signore.
– Anche voi!
– E la violacciocca....
fa certi lavoretti colla bocca....
– Anche voi, poveri fiori,
misero pasto delle passioni!
nell'ora sì fugace che v'è data….
– E la modestissima violetta,
beghina d'ogni fiore?
Fa grandi processioni
di devozione
al signore,
poi.... all'ombre dell'erbetta....
sapessi cosa fa del ciclamino....
È la più gran vergogna
corrompere un bambino!

Alzai la testa al cielo
per trovare il respiro.
Mi sembrò dalle stelle pungermi
un malefico cinguettio!
Mi gettai sulla terra
prono, bussando con tutto il corpo affranto!
Basta! Basta!
Ò paura!
Dio!
Abbi pietà dell'ultimo tuo figlio,
aprimi un nascondiglio
fuori della natura!