Oggi, io mi vedo davanti,
una lunghissima,
interminabile via,
zeppa di carovane.
Lunghissima via polverosa
che si estende all'infinito
proprio davanti a casa mia.
Dalla finestra della mia stanza da letto
io me ne sto a guardare
tutto quell'andare,
quell'ansare, quel sostare.
Ferme, vaganti, volanti
carovane si perdono
nella via a me davanti.
Carovane alte e verdi
di cipressi e d'abeti,
carovane d'ali, di mani,
di piedi, di grucce, d'occhi,
strani occhi, vivaci, immoti,
guardi d'intelligenti,
guardi d'idioti.
Uomini luccicanti
ricoperti di ferro,
uomini seminudi,
avvolti di pellicce,
van via avanti avanti,
or lesti or lenti,
mescolati al bestiame,
tutti in carovane.
Carovane di case, di castelli,
di navi, di barchette,
rigidissime dame
composte nelle loro vetture,
sguaiatissime puttane a sciame.
Carovane di volatili, d'insetti,
sopra carovane di tetti.
Mi fischiano agli orecchi
tanti stupidi pensieri,
volan per l'aria leggeri leggeri.
Qualcuno cammina più profondo,
e pigia una sua stampella
credendo di sfondare il mondo.
E di sopra a spiare argutamente,
carovane di stelle luccicanti.
Ma che cos'è tutto quel passare,
tutto quell'andare, quel sostare?...
Son tutte carovane carovane carovane....
vane vane vane vane vane....
ane ane ane ane ane....
eeeeeeeeeeeeeeeeee....
e.... e.... e.... e.... e....
In fondo io me ne sto a guardare,
tranquillo alla finestra
della mia stanza da letto,
guardo, e aspetto.
Ma ditemi, dove andate?
Dove andate? Si può sapere?
Cosa c'è in fondo a quella via?
Andate alla Città del Sole Mio?
Imbecilli! Idioti! Fermatevi!
Non lo sapete
che in quella città,
non posso andarci che io?
Per Dio!