il ballo,

Pagina 1
...

Come si fa, una festa ci vuole
ogni tanto.
Il ballo è un'abitudine antica,
non si può sradicare.
La festa è, per certuni, un dovere.
Come si fa durante il carnevale
a non aprire mai
le proprie sale?
Non per gli altri, s'intende, ma per me,
perchè il mio ballo è
solamente per me.
Come tutti del resto,
i balli, non son dei ballerini,
ormai si sa,
ma del padrone di casa
che li fa.
Chi gli può contestare
questa legittima proprietà?
Lui fa il ballo, gli altri beccano,
il ballo resta a lui

Pagina 2
...

il becchime alla società.
Due o tre volte durante l'inverno
c'è ballo al mio castello.
Non mando nessuno ad invitare,
quelli che debbono venire
lo sanno bene da sè.

Che martirio dover pensare
a preparare,
eppoi dover preparare.
Spolveratura generale
di tutte le sale,
che tutto sia pulito con cura,
per la buona figura,
per uno come me,
anche se non vede nessuno.
Preparare la musica, i fiori, le candele,
il buffè,
che seccatura, che seccatura ahimè!
Eppoi viene la sera,
le porte sono tutte spalancate,
i lumi s'accendono alle dieci,
giungono silenziosamente
da ogni direzione
carri carrozze cocchi,
ne scendono le dame,
si lisciano si stirano, si sgargiano si sboffano,

Pagina 3
...

incedono sculettano,
s'apprestano a prender posto nelle sale.
Mi si chiudono gli occhi
a tutto quel passare,
questo giungere in fretta,
ad un tanto via vai per le mie scale,
chi sale chi scende
chi aspetta.
Intanto sono a prepararmi
con l'abito di gala,
fracche rosso, il più bello,
magnifica corvè,
(e non è un bal masqué).
Doversi affazzonare una faccia
da sembrar per la quale,
eppoi, alla mezzanotte,
entrare.

«Che c'è? Che c'è?»
Entra il re.
Entra e saluta.
Tutti gli occhi addosso a me
della mia folla muta.
Non una mossa sola
ne deve andar perduta.
Mi strisciano le dame
i loro inchini più profondi,

Pagina 4
...

cercando di mostrarmi
meglio che sia possibile
i loro piccoli mondi,
che si vedono a metà
nella seminudità.
Poi mi guardo attorno,
incomincio ad affettare un sorriso
tra l'indifferenza e la sofferenza,
e m'armo di pazienza.
Faccio un giro per le sale
col mio sorriso studiato, uguale,
che serve per tutte le dame
senza guardarle in viso,
e più altezzoso ancor coi cavalieri,
nostrani e forestieri,
saluto generale, e penso:
ora queste brave signore
vorranno ballare,
(quando si è in ballo
ciascuno bene sa quel che bisogna fare)
e avanti pure:
quadriglia d'onore.
Mi piazzo nel centro della sala
cogli occhi semichiusi,
e mi vedo ronzare d'intorno
centinaia di musi.
Mi perdo a tutto quel girare

Pagina 5
...

di gente così disuguale;
alle mie serate
tutte le mode sono rappresentate,
prudente o saggia, pomposa o sbarazzina,
da monna Eva
all'ultima creazione parigina,
tutte le mode van bene
cominciando da me
(e non è un bal masqué).
Figura finale.

La mia parte è finita.
Lascio i miei convitati
faccio aprire il buffè.
«Andate andate»
Faccio aprire le sale
colle tavole apparecchiate,
«andate andate»
C'è d'ogni ben di Dio,
ogni lusso di ghiottonerie,
vini e liquori a orci
«potete sfamarvi e dissetarvi
come tanti porci»
Io mi ritiro nel mio appartamento
seccato e stanco,
mi direte: «di che?»
un ballo è sempre seccante per me,

Pagina 6
...

anche quando è
solamente per me.
Ma come si fa,
una festa ci vuole
ogni tanto.