L'angelo ribelle [seconda redazione]

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Nella serenità di un vespro
che negli ardori della propria luce
svanisce gradatamente
gli angeli della Terra
tornano in gruppo dal Signore
per riferire
l’esito della loro spedizione.
Accelerando il volo
appaiono
un pochettino ansanti
per giungere alla base
prima
che si estinguano nell’aria
quel calore e quel colore.
Taluno ha sulla guancia
rosea e vellutata
una perla di sudore
e le tuniche leggiadre

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bianco§rosso§giallo$rosso$violarosazzurre
per la loro suprema leggerezza
come aria nell’aria
giuocano nel volare
luce nella luce
col morbido volteggiare
delle ali candide.
Dal gruppo un po’ distante
con la tunica nera
e perché meno leggéra
meno svolazzante
appare solo
l’angelo ribelle
mentre i compagni
hanno per lui
quello sguardo obliquo
e di sussiego
che non invita
quasi si degnassero
di guardarlo alla sfuggita
o lo tenessero in dispregio.

Volgendo
dal rosso nel viola
dal viola nel blu
e più stringendo il gruppo
nel timore della sera

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come sospinti dalla dolcezza
di quell’aura vespertina
che dispone così bene
alla preghiera
accelerano il volo
mentre $da lato$ discosto
l’angelo ribelle
$solo$ solo
mantiene la distanza
del suo posto
$solo$.

Seduto in trono
nel fondo d’una fuga
di colonne d’oro
e arcate azzurre
dopo una giornata di fatica
il Sommo Padre
appare
leggermente stanco
e per tale stanchezza
il suo sorriso
nella luce in declino
ancor più dolce
ancor più buono
ancor più bello
ancora più divino.

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Con la tunica bianca
sfiorando il suolo
inverosimilmente lieve
l’angelo dell’aria
è primo a presentarsi
e dopo la rituale
genuflessione
a riferire:
Signore
voleste l’aria
quale regno inviolabile
degli uccelli
creature del vostro amore
e in cui soltanto loro
guidati dalla vostra legge
senza limiti né misure
dovevano spaziare.
Ma un po’ alla volta
dei vostri uccelli
nell’aria
non rimarrà neppure il seme
lo spazio fu violato
con la massima impudenza
ed il padrone è diventato
un umilissimo servitore
schiavo per meglio dire
con vostra $benevola$ §soccorrevole§ licenza.
L’aria viene occupata
da quelli
che fabbricano gli uomini

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$senza piume$ senz’ali e §senza§ piume
§ma§ con tanto di motore
dentro le pance metalliche
i quali vi combinano
quel po’ po’ di bailamme
che hanno combinato
sulla superficie terrestre
dove non è più possibile
camminare:
§come§ nell’aria intossicata
non sarà più possibile
respirare.
Dimostrando
un paterno interesse
per quanto l’angelo $dice$ gli va dicendo
il Signore risponde
$benignamente sorride$ sorridendo benignamente
quasiché tali notizie
non lo turbino per niente
ma gli arrechino piacere.

Con la tunica azzurra
ed incorporea leggerezza
anche l’angelo dell’acqua
si avanza
ed eseguita d’alta scuola
la sua genuflessione
$prende la parola$

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con stupefacente sicurezza
prende la parola.
Signore
quando Voi creaste l’acqua
pensaste $senza$ §non v’ha§ dubbio
alla sua purità
miracolosa
il pensier vostro
non poteva essere indirizzato
ad altra cosa
e non appena creato l’uomo
credeste fermamente
che da tanta $purità$ purezza
avrebbe saputo attingere
valido esempio prezioso ausilio
per la propria dirittura
conservandola con gelosia
e riservandola
per la gola riarsa
durante la fatica
o l’eccessiva calura
della stagione estiva:
ci buttano dentro
il massimo della loro sporcizia
oramai leggendaria
e una volta ridotta
$e quando l'hanno sporcata$
una cloaca
una latrina
$a tutta possa$
$col gesto di chi compie un dovere$ $§in atto di giustizia§$ $§amministrando la§$
la gettano con infamia

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e il $col$ gesto @@ §la§ giustizia e il gesto di chi severamente amministra la giustizia
non volendo nulla in comune
con una $simile porcacciona$ porcacciona di quella fatta.
E vorrei risparmiarvi
quanto sta succedendo
in quella del mare
laddove
pesci meccanizzati
di proporzione gigantesca
operano in ogni senso
e con la massima disinvoltura
seminando
sul loro passaggio
$la$ il terrore e la sventura.
I pesci
vivono in continuo allarme
in continuo fermento
in continua agitazione
organizzano
comizi congressi cortei
e alla più alta tensione
manifestazioni di protesta
sembrano impazziti dalla paura.
Ancora più marcato
il Signore
risponde sorridendo
quasiché sia
quanto di meglio si possa udire
quello che l’angelo
gli va dicendo.

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Con la tunica rossa
ed aria impetuosa
l’angelo del fuoco
@@ fiamma
$si presenta impetuoso$
$a guisa di $§una§$ fiamma
Con la tunica rossa
ed aria impetuosa
a guisa di una fiamma
l'angelo del fuoco si presenta
e la sua riverenza
eccessivamente frettolosa
sembra di chi si accinge
a comunicare $qualche cosa$ §qualcosa§
che ha carattere di emergenza:
S’io non abbia equivocato
il voler Vostro
e il Vostro intendimento
Signor mio
concedendo all’uomo
tanto liberalmente
la facoltà del fuoco
§che§ $nel$ si $sarebbe dovuta$ §doveva§ esercitare
col sano bollire della pentola
e $col$ §nel§ dolce scaldarsi le natiche
durante i rigori
della stagione fredda.
Serve
vi dico subito
per distruggere
e distruggersi a vicenda

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promettere gli uni agli altri
$la distruzione e la morte$ §la§ morte e §la§ rovina
minacciarsi quotidianamente
un arrosto totale
con l’estinzione $definitiva$ della specie
$della specie$ definitiva.
Di riscontro vi accorgerete
osservando attentamente
in quale maniera $originale$ peregrina
funzioni il cervello
della $certa$ gente:
creano reggimenti di pompieri
per potere spengere
$con la massima $sollecitudine$ celerità
quello che loro stessi
$col sussidio$ §sol sussidio§ e il potere
$d’ogni facoltà fanno bru
$d'ogni potere e §ogni§ facoltà
fanno bruciare.
Vi sembra che proceda
a fil di logica tutto ciò?
Lo trovate intelligente
costruttivo
naturale?
Scuotendo un poco il capo
e accigliandosi leggermente
il Signore sembra pensare
vagamente.

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Mostrando un sorrisetto
della più raffinata ironia
e un’arietta
decisamente provocante
malgrado il tono
di una superiore cortesia
con la tunica gialla
l’angelo dell’oro
appare vivacissimo
in vena $§della§$ $di allegria$.
della più schietta allegria.
Signore
quando vi punse vaghezza
di nascondere
nelle viscere della terra
quel burlone di metallo $che sapete$
vi successe
in un istante di distrazione
$certamente$ §certamente§ o d’intervallo
di farlo troppo luccicante
senza pensare
che quel suo $splendere luccicare risplendere$ $§risplendere splendore§$ §luccicare§
avrebbe prodotto
giramenti di testa a non finire
addirittura le traveggole
$e taluno$ §e più d’uno§ $accecato direttamente$ §avrebbe potuto accecare§
direttamente

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È $§tutto un il vero §$ $un autentico$ §un§ parapiglia
per potersene procurare
quanto possibile
con mille trappole
se lo strappano dall’uno all’altro
nelle maniere più geniali
impreviste
dimenticano padre e madre
la propria umanità ogni dovere
pure di averne
$non$ §né se§ ne cavano mai la sete:
più uno ne ha
più ne vorrebbe.
A tali proteste
che ascolta un po’ distratto
il Signore
si mostra totalmente indifferente
sapendo
come gli angeli della Terra
per la loro assidua
$pratica$ §consuetudine§ terrestre
si sia attaccato il vizio
del pettegolare

Con la tunica rosa
e una certa aria di mistero
l’angelo dell’amore
$si avanza dolcemente$ §si avvicina§

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$e la sua §l'angelo dell'amore§
$e la sua riverenza$
$e la sua @@$ §e il suo§ saluto
$è la più marcata di tutte.$ #@@ marcata @@#
che pasticcio
che pasticcio mio Signore!
Quello da voi disposto
pareva una cosa tanto semplice
lineare:
$come si$ §chi§ poteva sbagliare?
Invece no
né si arriva a comprendere
come abbiano fatto
a combinare un pasticcio
di questo genere.
$Con l'intento di voler fare$ A furia di §volere§ stringere troppo
$troppo stretta la regola$ troppo la regola
$intransigente$ sono sbuzzati fuori
sono $sbuzzati fuori$ da tutte le regole:
$da tutte le regole$
$un pasticcio da non dire$ $§un rapaio @@§$
non sanno più
dove hanno la testa
e dove le gambe:
un rapaio in piena regola.
Questa volta il Signore
divertito in modo $palese$ evidente
eccezionale
ride apertamente
e con lui $anche$
anche l’angelo dell’amore
a tutta valvola

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si mette a ridere:
Ah! Ah! Ah! Ah!

A passo lento e vellutato
ed una sicurezza
che genera freddezza
$e mette$ §oltre che§ soggezione
con la tunica viola
si avvicina
l’angelo della morte.
Il suo saluto
è misurato di proporzione
brevi e dure le $§sue§$ parole:
Signore
ci dev’essere un enigma
che Voi soltanto
potete $spiegare risolvere$.
$Avete$ Creaste il Paradiso
quale mèta §agognata ed§ agognabile
$di tutte$ §delle supreme§ gioie
di tutte le felicità
delle eterne delizie
ebbene
se stesse a quelli
per cui le avete create
tante belle cose
sareste solo quassù
a godervele $tante belle cose$.

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Nessuno ci vorrebbe mai venire
e non appena si sbucciano un dito
chiamano ventiquattro dottori
$per la paura che hanno di morire$
$e$ per poterci venire
il più tardi possibile.
Divenuto serio ed assorto
al termine
della j$sua$ fatica quotidiana
il Signore palesa
una naturale stanchezza
nella sua divinità
divinamente umana.
Un coro di voci dolcissime
e di un’affascinante beatitudine
giunge da una vaga lontananza
provocando nell’anima
una $struggente$ §struggente§ letizia
che rapisce $ilcuore$
gli eletti
salutano il giorno
che muore serenamente
col sole che scende
mentre che fermo e muto
$solo al suo posto$
l’angelo ribelle
è rimasto solo al suo posto
nell’attitudine di chi $aspetta$ §attende.§
E tu che fai?

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Perché non ti avvicini?
Non hai nulla da raccontare
al tuo Signore?
L’angelo dalla tunica nera
non accenna$va$ a muoversi
né a parlare:
Vieni
vieni vicino al cuore
mio piccolo ribelle
ti sei ribellato così bene.