Da un rivolo di cielo
$un$ §il§ sole di piena estate
non riesce a sodisfare
la sua $scottata$ legittima
quanto $legittima$ §scottata§ curiosità
facendo capolino $malamente$
con aria contrariata
nel vicoletto cittadino
che sfugge alla sua vigilanza
$universalmente riconosciuto non realmente$ $§il riconoscimento universale§$
universalmente [***]
mentre i gatti perlustrano
in lungo e in largo
a passo di velluto
con $venerata$ §indiscussa$ [?] sapienza
e autorità incontrastata.
Nei magazzini bassi
$oscuri profondi$ oscuri
$profondi$ come antri
$oscuri$ profndi come cascine
freschi come cantine
i giovani marmorari
si affrettano
a tagliar lapidi e a lucidarle
fabbricar croci e colonne mozzate
a incastonarvi fotografie
sagomar piedistalli
per angeli in orazione
o per giunoniche donne
piangenti lacrime collettive.
Le loro chiome fluviali
versano
sopra anfore capacissime
destinate $ad empirsi$ #e traboccare# a colmarsi
$con$ [***] le fontane
le fontane
sgorganti dalle loro ciglia
faci §@@§ simboliche e basi
per busti della massima solennità
raffiguranti
con barba e pancia
i venerandi capi di famiglia.
Da lato
sotto una lampadina
che scende$§ndo§$ dal soffitto
$e giunge$ §fino§ a lambirgli la $testa$ fronte
il maestro dei marmi $se ne sta$
$con espressione$ §seduto in attitudine§ di eminente sufficienza
oltre che di pietà religiosa
supremamente maestra
e a caratteri indelebili
incide nella pietra
indelebili nomi e indelebili attributi
$destinati ad affrontare$ §decisi a§ sfidare
il carattere $infido$ inquietante e truffaldino
della $inquietante$ posterità.
Mentre per superare
l’$opprimente$ §opprimente§ $ed oscura$
$profondità$ §oscurità§ della calle
il giovane marmoraro