L'ULTIMA,

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fra le palme abbrividite,
e mi fanno sussultare
come bisce addormentate.
Spasimano esse ancora
per attorcersi e avvolgersi,
forse per ricomporre la bella foggia.
Tu mi guardi serena,
Suor Soave,
sguardo di purità,
occhi grandi di mare,
pallido volto.
Forse tu vivi ancora,
certo tu vivi.
Dove sei?
È sereno il tuo volto
ed ancor puro?
Ti sieno lievi le mura del chiostro,
trasparenti,
azzurre come la volta del cielo
per te pia,
prega per la mia pace,
per la vita mia,
prega per me Maria.
Così sia.

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Salisci, mia Diana, salisci,
salisci codesto scalino,
salisci, non vedi è bassino,
bassino bassino, salisci.
Non puoi?
Ma vieni a passeggio un pochino,
pochino pochino, due passi.
Lo zucchero vuoi?
No, vero, piuttosto lo sale.