come per lo scoppio di una bomba
la parola te la senti scivolare
col ribrezzo che ti provoca fra le dita
il contatto di un'anguilla
ti parla con l'eloquio da mercato di una serva.
O ti dice delle cose tale quali
non basta un professore
di matematica a decifrarla.
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Lord Maylor
sconvolto, impaziente,
seduto al suo banco
interroga il servo fedele
sul tempo che fa:
- Tu dici ch'io esca?
che pensi c'hio faccia?
- Le strade sono bagnate
gonfio di nuvole il cielo
e con un vento che taglia la faccia...
restate per oggi, restate,
usate prudenza Milord.
Seduto al suo banco
si prova a girare la testa sul corpo
per ruggine invitta
oramai senza moto
straluna nelle orbite gli occhi
che ancora sprigionano
dei vividi lampi nel vuoto.
È vecchio Milord
il conto preciso nessuno lo sa
ma su e giù...
assicura il fedele servante
di ottanta... qualcuno di più.
- E allora leggiamo
leggiamo piuttosto.
Aperto il cassetto
consegna al fedele servente
di logore carte un pacchetto.
- Via, leggi, ma presto, balordo.
- Sentite:
Parigi, di Maggio:
Sien grazie di fiori, Lord Maylor,
e grazie infinite
di tutte le rose gradite
la più sfolgorante è sopra il mio petto
verrete dentr'oggi a vederla?
verrete, lo so, e dico soltanto:
vi aspetto.
Venezia Settembre:
Da ieri son giunta a Venezia
e penso a voi gigante furibondo
mio tenerissimo incento.
È bello il soggiorno quaggiù
il sole getta una pioggia d'oro
nell'acqua di smeraldo
e durante la notte la luna d'argento
vive errabonda nel cielo blu.
L'autunno sarà primavera
per noi
e tremo al solo pensarlo
perché di questo soltanto ho bisogno
non altro vi chiedo
vi aspetto per vivere un sogno.
- Ch'io vada?
- Ma dove Milord, a Venezia?
- Che c'entra Venezia, balordo!
ma fuori... Venezia... Venezia...
- V'ho detto che è freddo
e incerto moltissimo il tempo
tira un vento maledetto
leggiamo... leggiamo piuttosto.
- Via leggi, balordo.
- Sta scritto qua dentro il ragguaglio
del grande torneo
voi calmo non state al racconto
vi prende la tosse lo so
lasciate per oggi, lasciate.
- Ma leggi, t'ho detto!
- E allora sentite:
Quand'ecco balzare in pedana
Lord Maylor
attraverso uno scorcio d'applausi vi balza,
in alto la testa
e più alta
nel pugno la spada,
il torneo comincia
saluta e ringrazia
avanza indietreggia
molleggia rimblaza...
forneno la misura
della sua elesticità
si erige si china s'inarca
mirabile si sposta
e misteriosamente arretra
ognuno non batte più ciglio
oguno trattiene il respiro nella gola
attende... sospende... riprende...
quale fulmine si scaglia:
riporta vittoria.
Vittoria! Vittoria! il grido unanime s'innalza
e s'innalza in trionfo la bella persona.
Evviva Lord Maylor! Imbattibile spada!
Evviva! Evviva!
- Io ben ve lo dissi Milord
voi calmo non state al racconto
vi prende un insulto, lo so,
ed eccosi adesso
il catarro vi soffoca
aiuto! soccorso!
Normanno! Daniele! Francesco
è preso un insulto a Milord
il respiro gli manca
correte, mettiamolo a letto.
Io ben ve lo dissi
lasciate per oggi
accade ogni sera lo stesso
via, presto, prendete,
mettiamolo a letto.