Lord Mailor, sconvolto, impaziente,
seduto al suo banco,
interroga il servo fedele sul tempo che fa.
- Che dici? ch'io esca?
- Mi sembra ben umido, assai nuvoloso,
abbiate prudenza Milord,
fa vento, fa freddo, restate per oggi.
Seduto al suo banco,
si prova a girare la testa sul collo,
di ruggini aspre coperto, Lord Mailor;
straluna nelle orbite gli occhi
che ancora conservano
lampi di vita.
È vecchio Milord,
il conto preciso nessuno lo sa,
ma, dice il fedele servente,
su e giù, d'ottanta,
qualcuno di più.
- E allora leggiamo.
- Leggiamo Milord, leggiamo piuttosto.
- Via, tieni.
Aprendo il cassetto egli trae
di sudice carte un pacchetto
che al servo consegna.
- Via, leggi, ma presto balordo!
- Sentite.
«Parigi di Maggio.
«Sien grazie pei fiori Lord Mailor,
«e grazie infinite,
«di tutte le rose gradite
«la più sfolgorante
«è sopra il mio seno.
«Verrete dentr'oggi a vederla? Verrete?
«V'aspetto.
«Venezia Settembre.
«Da ieri son giunta a Venezia
«amico gentile,
«mio giovine incanto sottile.
«È bello il soggiorno a Venezia!
«Il cielo, la luna, la sera,
«il sole, il tramonto,
«il mare e i suoi flutti,
«son tutti leggeri... soavi,
«è questa una dolce follìa!
«Sapete quel ch'io vi domando?
«La vostra promessa.
«Verrete n'è vero?
«L'autunno sarà primavera per noi,
«Venite mio tenero incanto,
«terribile amore...
«io tremo al pensarlo,
«saremo felici! per quanto?
«Non altro ò da dirvi,
«v'aspetto a Venezia.
Venezia ed un cuor,
più nulla v'à ancor
di gaudio melior.
«Venezia 9. 3. 1853.»
- Ch'io vada?
- Ma dove Milord, a Venezia?
- Che c'entra Venezia, balordo,
che c'entra Venezia? Ma fuori!
Venezia Venezia...
- Ma fuori... v'ò detto ch'è freddo,
ch'è vento, ch'è nuvolo,
incerto moltissimo il tempo, Milord,
leggiamo Milord, leggiamo piuttosto.
- Via tieni.
- Badate Milord, voi ben lo sapete,
sta scritto qua dentro il racconto
del magno torneo,
voi calmo non state al racconto,
vi prende la tosse lo so,
v'avverto, giammai non sapeste
dipoi contenervi.
Lasciate per oggi, lasciate,
abbiatevi cura di vostra salute.
- Ma leggi, balordo, ma leggi t'ò detto.
- E allora sentite.
«Ed ecco discende in pedana
«altero Lord Mailor,
«fra suono d'applausi discende,
«da tutti ammirato.
«Leggero si piega già pronto all'assalto,
«s'avanza la bella persona,
«s'allunga, s'inarca,
«lanciando dei guardi di fuoco;
«attende, si scaglia,
«si scosta mirabile,
«attende, riprende.
«Di nuovo s'avanza qual fulmine,
«ognuno più occhio non batte,
«ognuno il respiro trattiene,
«si getta d'un tratto,
«riporta vittoria!
«Vittoria! Si grida dovunque, Vittoria!
«Si grida, si corre,
«ognuno s'accalca d'intorno a Lord Mailor,
«si prende la bella persona,
«s'innalza in trionfo!
«Lord Mailord, si grida. Evviva! Evviva!»
- Io ben ve lo dissi Milord,
vi piglia la tosse,
ed eccovi adesso! Sentite, vi soffoca,
aiuto soccorso, Daniele, Francesco,
soccorso, è preso l'insulto a Milord,
correte, mettiamolo a letto,
prendete, prendete.
Io ben ve lo dissi, lasciate per oggi, lasciate,
vi prende la tosse lo so,
mettiamolo a letto
prendete, prendete!