IL PRINCIPE E LA PRINCIPESSA COCCHIO DI CHiODINO

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«Il principe dorme e sta bene,
saluta la sua sposa»
«La principessa dorme e sta bene,
saluta il suo sposo»
Questa frase suggella
una promessa amorosa:
«e non la tradirà»
«e non lo tradirà»
S'inchina e si ritrae il cavaliere,
la dama s'inchina e si ritrae.
Identiche parole giornaliere
che sono tutta una corrispondenza,
dolcissima e fedele,
di vita coniugale.

Il loro sontuoso palazzo regale
consiste in due vecchissimi
molini
abbandonati ai lati d'una diga,
mezzi rovinati,

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coi tetti mezzi scoperchiati.
Non vollero, quei principi,
la briga di regnare,
preferirono unirsi
ai lati della diga.

Non si levano mai,
dormono ininterrottamente.
Le persone della corte
hanno ordini severissimi
di non fare alcun rumore
che li possa ridestare.
Non s'apre una finestra che la sera,
tanto al molino di destra
come a quello di sinistra,
per la frase abituale.

Dovevano nascere
da quattro persone destinate
due figlioli di sesso disuguale:
nacquero.
Dovevano abitare
uno speciale castello destinato:
l'abitarono.
Si dovevano incontrare e innamorare:
s'incontrarono.
Si dovevano sposare:
si sposarono.

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La felice coincidenza di tutte queste cose
tanto bene preparate e benissimo riuscite,
infuse nelle loro anime
una naturale sonnolenza.
Ognuno, senza saper dell'altro,
dormiva nel proprio castello
senza voler far altro.

I gentiluomini della corte
parlavano al principe
di guerre e di conquiste,
di regni saggi e gloriosi,
«lasciatemi dormire, noiosi»
rispondeva il fanciullo.
Gli chiedevan come avrebbe impiegato
tutto l'oro che aveva
se intendeva di dormire solamente
per tutta la sua vita.
– Ditemi cento volte
la parola: «oro» con uguale intonazione,
con precisa cadenza.
Com'è bello aver tant'oro….
e sentirselo dire così….
Ancora, ancora, ancora,
ne ho ancora, sempre, sempre ne ho,
di più, di più, molto di più ne ho….
ne ho…. ne ho.… o.… o.…

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– Come potrà regnare? -
Dicevano quelli della corte.
– A furia di dormire
diventerà mezzo grullo,
questo strano fanciullo.
– Mette assieme della fiacca
per far buona impressione.
– È una testa bislacca!
– È un dormiglione!

La principessa poi
in tutta la sua vita
non s'era voluta levar mai.
Le dame cercavano ogni maniera
per mantenerla desta,
lei rispondeva lentamente
e piegava la testa.
– Diverrete un fiore troppo delicato, principessa.
– Chi sa come la concerà il marito!
– Non pensate alla vostra posizione?
– Vi aspettano per regnare!
– Sarete coperta di gemme!
– Saranno tutte d'oro le vostre carrozze! -
La principessa non udiva.
– Si sveglierà il giorno del contratto?
– Si sveglierà il giorno delle nozze?

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– Principe, c'è di fronte
un castello tutto chiuso.
– Chi ci sta?
– Non sappiamo,
manderemo un gentiluomo
per l'informazione.

– Principessa, c'è di fronte
un castello tutto chiuso. -
La principessa socchiudeva gli occhi:
– Chi ci sta?
– Non sappiamo,
manderemo il giardiniere.

– Se mi vedrà così bianco
mi dirà che non mi vuole.
– Che se ne potrà fare
d'una sposa tutta bianca
come la faccia della morte?
– M'ama?
– M'ama?
– Le piacerò?
– Gli potrò mai piacere?
– Dice che vi amerebbe
se vi vedesse dormire.
– Dice che vi amerebbe
se vi vedesse dormire.
– Dio mio che gente impossibile!

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– Come possono fare
a vedersi dormire
tutti e due allo stesso tempo?
– Sposare….
– Sposare….
– Per che fare?
– Principe, per dormire.
– Per dormire principessa,
non pensate a male.
– Amare….
– Amare….
– Ma in un luogo che fosse tutto uguale,
dove una musica naturale
potesse accompagnare
questo nostro dolcissimo
sonno coniugale.
Sulla riva d'un placido mare….
Nei pressi d'una fonte….
Agli argini d'un fiume….
Oppure…. sotto un ponte….

– Io t'amerò, mia sposa,
se mi farai dormire.
– Se mi farai dormire
io t'amerò, mio sposo.
– Amore.
– Amore.

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– Io non ti tradirò, mia sposa,
se mi farai dormire.
– Se mi farai dormire
io non ti tradirò, mio sposo.
– Amo…. re.…
– Am…. o.… r.…
– Principe!
– Principessa!

– Principe, fate male
a gettare l'ebbrezze del potere:
un popolo v'attende per regnare.
– Popolo?… Quale dolce parola.… -
E sorrideva.
– Regnare?… Dolcissima anche questa -
Alzava un pochino la testa.
– Il popolo vi vuole,
già rumoreggia e si solleverà!
– Rumoreggiare?…
Ditemi come fa questo rumore.
– Il rumore del popolo, o principe,
è bello e tremendo insieme.
– Come quello del mare?
Come quello del fiume?
Come quello…. delle fontane?…

– Principessa, male fate,

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a gettare le gioie d'una corte,
voi che ne avete aperte tutte le porte.
– Principessa non più,
ma a fianco del tuo Re: Regina!
– Sicuro, con quel bel consorte!
– Chi si piglia s'assomiglia.
– E meno male che non faran famiglia!
– Sarà una bella vita!
– Che gente rammollita!
– Quante porte?
– Tutte principessa, cento, mille, mille porte!
– Contate, contate tutte quelle porte,
io non posso pensare,
ma piano, piano, piano,
più piano,
così no…. andate.… troppo forte.…