Diana,

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Salisci, mia Diana, salisci,
salisci codesto scalino,
salisci, non vedi è bassino,
bassino bassino, salisci.
Non puoi?
Ma vieni a passeggio un pochino,
pochino pochino, due passi.
Lo zucchero vuoi?
No, vero, piuttosto lo sale.
Neanche?
Male male male,
finisci
mia povera Diana,
finisci.
E allora rimani,
rimani decrepita stella,
rimani.
Appena un lamento ti resta,
un debol lamento...
e chinare la testa.
Tua vita...
è proprio finita.
Ricordi quand’eri un’agnella?
Oh! Com’eri bella:
agile e snella.
Allora era candido il vello,
di fino velluto:
morbido e bello.
Adesso...

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adesso mi sembri
di sudicio gesso.
Addio.