IL PALATINO

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Sui morbidi cuscini del tempo
il corpo riposa
nel torrido meriggio d’estate.
Il pensiero
non ha la forza di evocare
né ombre né fantasmi
e l’occhio appena sorprende
dei vapori trasparenti
che salgono dalla terra
e il calore discioglie e discolora
nella luce.
Bevute dal sole
le pietre sono bianche
come tombe anonime e deserte
riarse
e le fronde palpitano leggere

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di un’aspirazione celeste.
Pel cocente abbandono
i sensi
percepiscono soltanto un profumo:
il presente puzza
e il futuro è termine vago...
il passato non puzza più
ha un vago profumo di foglie secche
il passato.