REGINA CARMELA

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La torre piú alta
del grande palazzo
è il suo trono costante.
Regina Carmela
giammai non discende,
non lascia la torre un istante.
Il grande palazzo regale
s'innalza sul mare,
magnifico,
adorno dei marmi piú rari,
di torri ineguali.
Di dietro si vedono i monti.

Regina Carmela
giammai non discende,
non lascia la torre un istante.
Sul corpo le cade,
preziosa ed ampissima,
la veste di fino scarlatto
coperta e ravvolta di veli.

Il vento, che infuria lassú,
solleva e trasporta la veste e i suoi veli,
le fulve sue chiome disciolte.
È tutta in potere del vento.

Talora ella sembra una fiamma
che il vento scompiglia e fomenta,

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il mtalora una lingua di fuoco
uscente di cima al palazzo.

La vedon le genti del piano.
La vedon le genti del monte.
La vedon le genti del mare.
Ell'è come un faro sinistro
lassú,
il mesto fanale del popolo suo.

Ognuno sta fisso ammirando
con occhio di pena,
la veste che il vento trasporta e i suoi veli,
la fulva discinta criniera.

La guarda con occhio piangete il popolo suo:
«Meschina! Meschina!
Meschina Regina!
Meschina Regina Carmela».