Rasentano piano gli specchi invisibili
avvolti di nebbia,
non lasciano tracce nell'ombra,
gli specchi non hanno riflessi,
non cade su loro dell'ombra una macchia,
neppure la macchia dell'oro.
Un raggio vien fuori dal centro
di luce giallastra.
Sul raggio rimangono lievi, impalpabili,
impronte sfumate di luci, di nebbie: riflessi.
Appaniono spaiono lenti,
si fanno ora vivi ora smorti;
appaiono spaiono lenti.
Dei volti talora vi appaiono,
dei volti bianchissimi,
appena il pallore la luce ne scuopre.
Talaltra vi passan dei manti fioriti,
vi passano lenti cangianti splendenti.
S'arrestano i volti,
s'arrestan, più chiari si fanno,
vi splende d'un tratto uno sguardo,
due occhi che corron cercando pungenti,
o in fondo confusi v'appaion languenti, morenti.
Vi passa pian piano la nebbia e ricuopre,
confonde gli sguardi con luci di gemme.
In basso
si segue la ridda
di piccoli punti
di dadi danzanti.
Due dadi grandissimi in fondo rimangono fermi,
ne splendono i punti nerissimi intenti.
Vi passano lievi davanti
le impronte sfumate di luci, di nebbie: riflessi.
Appaiono spaiono lenti,
si fanno ora vivi ora smorti,
appaiono spaiono lenti.