MONASTERO DI MARIA RIPARATRICE

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Laudate Dominum de Coelis: laudate eum in excelsis.
Laudate eum, omnes Angeli ejus: laudate eum, omnes
virtutes eius.

Gorgogliavate.
Era tanto che mi struggevo d'entrare.
Via della Concezione,
una porticina di noce
piccina piccina,
e passando sulla via
un'ondata il viatore assale
del mormorio della vostra voce
nell'ora vespertina
della funzione.
«Monastero di Maria Riparatrice»

Laudate eum, sol, et luna: laudate eum, omnes stellae
et lumen.

Col naso dentro un vano
del fitto cancello che vi serra,
ascoltai rapito il vostro mormorio,
come un qualunque monello della terra.

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Dentro le cancellate, fra le grate,
nella penombra v'aggirate,
v'inchinate.… vi prostrate;
di bianco vestite, di bianco velate,
ravvolte nel lunghissimo mantello di candore
in fila sussurrate….
Le vostre voci unite salgono a Gesù,
pallido amante,
che è lassù,
fra le candele,
sul tripode di marmi bianchi dell'altare
e che adorate.
I vostri nomi sono Gesù e Maria.
Afferrato, in quell'ombra, dal tepore,
dal profumo dei fiori e dell'incenso,
m'ero dimenticato in quel momento
d'esser venuto di fuori.
Maria!…
Ho sentito tutta la divina poesia
che nel tuo nome riposa,
madre, sposa miracolosa!
Oh! il gorgoglìo uguale
della vostra voce
legnosa e dura,
purificata d'ogni sentimento!
Donne velate
che il volto non scuoprite

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che al Signore
nell'ora dell'adorazione.
Oh! viver come voi in una finzione!
Come voi, povere suore,
annientare, schiacciare, soffocare
giorno per giorno con dolore
il proprio io, come voi fate,
com'io giorno per giorno con dolore
lo vado a scavare
per metterlo alla luce.
Parlare sempre con altrui parole,
gestire come si deve,
non come si vuole,
essere dieci, venti, cento tutti in fila,
e fare al tempo stesso
le medesime cose,
dire o tacere le medesime parole,
alzare tutti nello stesso istante le mani
od abbassare,
e trovarlo naturale.
Essere musica o colore,
non più povera carne delle strade!

Un monsignore violetto,
o tutto rosso forse,
un cardinale,
sarà tra voi una o due volte all'anno,

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lui solo romperà i ferri
della vostra clausura,
e vi sussurrerà
dolci parole d'incoraggiamento
con signorile premura,
per la vostra fatica di raccoglimento.
Mute, in ginocchio,
gli farete corona di candore.
Oh! Che festa! Che festa!

Maria Immacolata
pregate per noi
pregate per noi.

E col rosato nome di Maria
finì la vostra funzione
e io venni via.
Lesto infilai su su per il viale,
cercavo un po' di verde…. non so che,
qualcosa per riposare gli occhi
dilatati nell'oscurità….
mi parevan girare
tutte le cose intorno;
un po' di verde
nell'ultima luce del giorno.
E sentivo il bisogno
di vederlo davvero quel sole

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di cui vi lodavate col Signore.
Se, Gesù benedetto,
per vedere in città un po' di sole
bisogna fare un collo
lungo come un pollo.
Ma lo vidi alla fine,
era per tramontare
dietro il tetto d'un'altura
là di fronte.
Sentivo che l'aria era pura
e gioiosa,
e mi sovvenne
l'atmosfera contagiosa
della vostra clausura.
Rividi il sole bianco
che lassù fra le candele
del vostro altare langue,
tondo come quello, sì,
ma quello era più bello,
tutto di sangue!

Laudate Dominum….
Gorgogliavate al mio entrare.
O venitelo a lodare qui, il Signore,
che ve lo fece il sole!
Perchè non glie lo venite a gridare
che lo amate?

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Se non vi sente non vuol dire,
eppoi non lo sapete.
E venite qui con me un poco,
e le cantiamo insieme
le laudi al Signore!
Una al sole una alla luna
ed alle stelle,
al ghiaccio e al fuoco,
mie candide sorelle!
Come vorrei vedervi
sparpagliate per la città
così vestite
piano piano passare fra lo stupore.

«Monastero di Maria Riparatrice»
Ri-pa-ra-tri-ce….
Ahi! Prima peccaste dunque,
ed ora riparate,
o voi che amate il sole
nell'ombra rinserrate
e con altrui parole?
Ebbene…. avrete peccato un po'…. d'amore,
povere donne,
di che volevate mai peccare?
E se anche vi foste lasciate possedere
un milione di volte
da mille diverse persone,

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che faceste di male?
Gioiste e faceste gioire,
perchè di gioia eravate assetate
e bruciavate,
che faceste di male?
Viveste, perché vive eravate,
che cazzo riparate, scimunite?
Non riusciste a mantenervi
spose o amanti fedeli?
E venite da noi,
che non siam giudici tanto crudeli!
Ma forse no…. no certamente, no,
peccatrici voi non siete,
espiate quei falli….
che commessi non avete,
in Maria riparate
perchè siete sicure
di poterci stare
e mantenervi pure,
chi davvero peccò
sentì ch'era bello peccare,
chi si pentì
aveva peccato in buona fede.
Ecco il vostro perchè,
ecco la vostra sola ragione.
Donne non siete più
o biancovestite e di bianco velate

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che strisciate silenziose
con manti da regine
nell'ombra della vostra regale prigione,
ma.… sinfonie.…
macchie di colore.…
Nasceste con quella vocazione:
fasciare, premere, soffocare
il proprio cuore,
chiudere, non aprire,
ripiegare,
e è duro, forse, come lo spiegare.
In fondo….
si gira e si rigira per il mondo,
si cercano e si tentan mille pose,
erra lo sguardo tutto l'universo
e non si vedon che identiche cose:
due gomitoli siamo noi,
sorelle velate,
soltanto che tiriamo in senso inverso,
io mi sdispano, voi v'adipanate.