Le acqueforti

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Come fulmine a ciel sereno
si scaricò sopra di me
di buon mattino
l’amico Alfredo:
– Su, vieni, via, alzati,
fai presto,
andiamo a vedere
delle acqueforti.
– Alfredo Alfredo
di questo cuore
rispondo $aprendo$
aprendo un occhio a metà
e $spiegando un'ala$
con un largo sbadiglio
spiegando un'ala
preparandomi a vivere

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– mi dispiace di dovertelo dire
ma non ci vengo,
non ci penso neppure
nonci posso venire
– Su! Sveglia! Alzati!
presto!
Vedrai come sono belle
le acqueforti.
– Sto tanto bene così
che nessun genere di acque
mi potrebbe muovere,
e ti prego vivamente
di levarti dai piedi
di lasciarmi dormire.

Svegliandomi poche mattine dopo
venni assalito di soprassalto
da una smania incontenibile,
bestiale
provocata non v’ha dubbio
dal ricordo di Alfredo
inconsciamente,
di vedere delle acqueforti.

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Saltai dal letto in furie
finendo di vestirmi
per le scale,
aggirandomi solo e ramingo
per tutta la città
trafelato
disperato
dannato
disfatto
senza riuscire a vedere
un'acquaforte.