Bellagio

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Fra due rami di un lago
«quel ramo del Lago di Como…»
è un mazzo di fiori
su piatto d’argento
Bellagio.
I fiori palpitano a orecchi ritti
nella luce del mattino
e fra essi le porte e le finestre
i tetti delle case
il campanile
le balaustre delle terrazze
i cancelletti e le ringhiere
si confondono.

Nella luce del tramonto

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Bellagio
pare assopito sotto un vetro.
Spremuti di gioia
negli ardori del giorno solare
piegandosi al riposo
i fiori si scolorano.
Si esaurisce nella lontananza
il canto delle filandiere
e comunica un sopore di sogno.
Punteggiando la ghiaia del giardino
sorvola una crinolina
senza peso e senza fruscio
scomparendo sotto la volta di un berceau.
Nella cornice dei capelli d’ebano
lustrano gli occhi neri
rivolti al cielo:
«e allo spuntar del sole
io partirò da te».