In una strada di campagna
dov’ero solo, sola t’incontrai
una mattina,
e subito ti chiesi:
hai padre, madre,
fratelli hai?
Neppure una sorellina?
Perché porti la gonna così corta
ti domandai,
sei donna o una bambina?
Vane, vane le mie parole,
a tutte le domande
non rispondesti mai.
Fammi sentire la tua voce
quando parli delle cose buone
con angelico candore,
o quando canti
come gli angeli nel $p$Paradiso
le cose belle
alla più dolce delle maniere
e nella pace del Signore.
O delle cose immonde,
$ci$ §ce ne§ sono anche §di§ quelle,
per respingerle nel male
nella forma più volgare
non appena la parola stride
nelle caverne $della tua orrenda$
$vociaccia$ §nella tua orrenda vociaccia§ divenuta gutturale:
rabbrividii...
tu non rabbrividisti.
Me lo dai un bacio?
Mi rivolgesti un sorriso così ingenuo
che mi fece misurare,
@@ per intero,
la mia adorabile ingenuità.
Vieni ti dissi, seguimi,
e mi seguisti,
anderemo fino in città
a vedere quello che capita
§e quello che si fa.§
Come cane fedele mi seguisti
voluttuosa come una donna
svelta come una bambina...
Se ti dicessi: va’!
come il cane battuto
te ne anderesti,
ma...