A furia di ammirare archeologia
nella Città Eterna
mi sono innamorato di un rudere
e lui di me, non vi stupisca,
e ogni volta che ci vado
per rimanere insieme qualche ora
non verrei più via,
vedere come rimane lui
alla mia partenza.
Stabilirne l’origine è un’impresa scipita
perfettamente inutile da parte mia
al centro di un’atmosfera come questa,
che cosa c’interessa la storia del proprio amore
quando l’amore rappresenta
l’attualità della vita?
Frammento di un altare, cornice di una porta,
capitello di colonna o basamento di una statua?
Del suo passato che cosa me ne importa
visto che la mia forma
sempre meglio e di più
a quella del suo corpo si conforma
e come fra le braccia di chi dice sempre «sì!»
felicemente
il mio corpo si abbandona.
Nell’amore si rendono indispensabili
illusioni come questa.