LIBERTÀ

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Condannata in teoria
durante il ventennio dell’era fascista
faceva del suo meglio per esistere
nella pratica della vita quotidiana
e vi riusciva perfettamente vivendo clandestina
giacché in un paese assuefatto alla tirannia
la restrizione provoca nei cittadini la solidarietà
un’arte sopraffina per superarla.
Conclusa l’era fascista
e proclamata ai quattro venti la libertà
esaltata come la sola regola di vita
a poco a poco la vediamo scomparire
nella pratica della vita quotidiana
creando una zona oscura
di cui ognuno paventa o diffida
e sormontata
da un’accecante insegna luminosa:
Libertà.
L’uomo vissuto a lungo nella tirannide
la tirannide ce l’ha nel sangue
e nel midollo delle ossa,
e una volta posto in clima di libertà
la prima libertà che si piglia
è quella di togliere agli altri la libertà.
Siamo dunque un cannone che spara dalla culatta?