FORME DIVERSE DELLA STESSA GIOIA

Pagina 1
...

Tutte le volte che Giacomino mi scrive una lettera
lo fa per piangere una disgrazia
sfogando in lacrime la sua pena:
il padre la madre la moglie la figliolanza
la suocera il fratello il nipote la cognata la zia
il cane il pappagallo i ladri la domestica
il tetto della casa la serratura della porta
gli affari andati tutti alla rovescia…
Associandomi alla sua tristezza
per consolarlo di tanta scalogna
sentivo qualche cosa che non andava
nell’ingranaggio della nostra amicizia
avviata a una putredine perniciosa.
Tanto che un giorno risposi a Giacomino
che le sue notizie mi avevano colmato il cuore di gioia
facendomi fare tali risate da dovermi reggere la pancia.
Penserete che Giacomino offeso a sangue dalla mia risposta
mi abbia tolto il suo affetto e la stima:
macché!
Il suo pianto da quel giorno non ha misura
avendo trovato il bandolo della matassa,
il mio ridere conduce al parossismo la sua pena
e quando scrive a me i lai li sentono dalla strada;
«quello spudorato! quel depravato! quel mentecatto!»
come dalla strada senton le mie risate
quando rispondo alla sua lettera.