Mi diceva un amico
che dimostrava per me stima ed affetto
comprensione e riguardo,
come attraverso certe complessità
della forma e del pensiero
avessi io talvolta
peccato d’infantilismo.
Caro amico,
rispondevo a mio discarico,
figurati che un bambino di due o tre anni
sbottonatesi le brachette
si metta a far pipì davanti a noi,
noi, che facciamo?
Reciprocamente ci guardammo ridendo.
Ma se lo stesso atto davanti a noi
facesse un uomo
di cinquanta o sessant’anni
produrrebbe nel nostro animo
il medesimo effetto?
Ci guardammo con un vago senso di disgusto.
Ecco che quel bambino
può fare qualche cosa
che non può fare un adulto.