LA PRINCIPESSA BIANCA

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– Io sono da voi un’altra volta,
nel vostro regale giardino,
maravigliosa Principessa Bianca
a voi m’inchino.
Il Principe vi manda queste rose,
le vedete?
Questo fascio di rose del più vivo colore,
sangue e rubino, le vedete?
Volete ch’io le posi attorno ai vostri piedi?
Sono divini i vostri piedi bianchi.
– Ditegli che i miei piedi non le vollero,
n’ebbero orrore come d’immergersi
in una pozza di sangue.
– Il Principe vi manda questo specchio,
del più puro cristallo,
perché come nell’acqua
limpida e pura
impariate ad amare
la vostra soprannaturale bellezza.

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– Ditegli che solo nell’ombra
io mi guardo, nella notte lunare.
– Il Principe vi manda
questa coppa d’oro, per le vostre
magiche labbra, con del vino d’oro.
– L’acqua solo che mi viene dal cielo
io voglio, quella che discende giù
per le treccie assetate
lungo la persona.
– Il Principe vi manda
questo anello d’oro
per il vostro anulare.
– Ditegli che le mie dita sono serrate.
– Ma allora che volete?
Dite, dite voi, che?
Egli vi domanda un bacio,
un bacio per la sua felicità.
– Non sa egli che le mie labbra
sono fredde come quelle
della morte?
– Ma ei v’ama, maravigliosa
Principessa Bianca,
muore per voi, pietà di lui,
la risposta egli anela, pietà di lui.
– Come non sa egli
che ad una principessa di marmo
non è dato amare?