In questa staticità fatale
dove Michelangiolo
nell’immagine della morte
concentrò
fuor dell’aria e del tempo
il suo dolore
non si fa mai troppo leggero il piede
per non destare chi dorme
sembra un tuono il rumore più lieve
e chi guarda dal marmo
ti fa rattenere il respiro
nel dubbioso tormento
che paralizza il cuore.
Volgendoti smarrito
non sai di dove entraste
né vi sono le porte
ma solo delle soglie mute.
Né sai di dove giunga la luce
una luce agghiacciante
le finestre non sono luci
ma linee
linee purissime e severe
che formano da sole
la suprema grandezza di Firenze.
Nulla potresti aggiungere
all’intransigente purezza di queste linee
grige
all’austera nudità di queste muraglie
bianche
in cui l’avorio del marmo
assume un sacro splendore.
Il più flebile bisbiglio le offende
né sopportano
il peso della polvere.
Se ci avessi portato un fiore
dalle mie dita
sarebbe caduto da sé
e nello specchio del pavimento
avrebbe rappresentato
una presenza sconcertante
con la leggiadria della forma
qua dentro inammissibile
la felicità del suo colore
innocente
e divenuto di un’insolenza
riprovevole.
Ma laddove il Magnifico
per quelli che lo amano
non sembra dormire
sulla sua pietra tombale
fra le braccia della madre
Augusta
un bambino gagliardo
s’agita ancora e ride
nella gioia di esistere
fulgida gioia
negata spesso
calunniata sempre.
Uscito clandestino
per non so quale di quelle soglie
il pensiero intorpidito
si ridesta
e nel tepore del sole
si discioglie
mentre in un’aspirazione di volo
rivolto a quella mole
nella levità del tempo
ascende le sue cime.
Perché non sono nato
nell’ora tua
Lorenzo?
Come doveva essere bello
vivere
nel tuo tempo breve
averti amico
e in quel mondo creato da te
operare.
Grido di gioia
che tutto il mondo
diffidando accoglie
che non par consentito
sulla terra
di cui l’uomo teme
mentre ne gioisce
e di cui spesso
amaramente si pente.
Grido di gioia e di salute
che un frate protestante
scomunicato
tenterà di soffocare:
Ferrara bella
perché ce l’hai mandato?
cristiano senza pietà
senza dolcezza
senza perdono
senza ubbidienza
senza pudore
senza sorriso
senza allegrezza
senza abbandono
tutto rancore
che pretende di bruciare
col proprio corpo mortale
il Corpo Divino del Redentore.