ADAMO

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Ai primi soffi caldi
della primavera
che investono la terra
e risvegliano nell’uomo
col misterioso fascino dell’acqua
il desiderio della nudità
con nativa eleganza
un culturista
le mutandine nere
lo stringono alla vita
come cintura di castità
per chi conosce Roma
è monumento vivente
di sacra imperiale romanità.

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Tale per la bellezza del corpo
classicamente monumentale.
Ma tanto gli è naturale
che mostra di non saperlo
pur facendolo apposta
fingendo che non sia
essendolo alla lettera.
Solo
fra l’azzurro del cielo
e l’acqua del Tevere
che corre rapida
sotto i platani giganti
che lussuriosamente
traboccano dalla riva.

Rimane fermo a lungo
in attitudine statuaria
e poi d’un tratto
inaspettatamente
si tuffa
scomparendo sotto l’acqua
per riapparir lontano
di sorpresa
scuotendo fiero la testa
e nuotando
con abilità maestra
con suprema vigoria
quasi per misurare il fiume
con le braccia
presto raggiunge l’argine
dove
lasciandosi asciugare dal sole

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in attitudine statuaria
di nuovo si conferma.

Dall’alto del Ponte Garibaldi
ogni passante
al suo invito risponde
come al saluto della primavera
con un gesto sfuggente
o di sfuggita curiosità
un moto impercettibile del labbro
involontario
o un sorriso di volontà precisa
un attimo di sosta
in segno di spontanea riconoscenza
e solidarietà
sia pure inconscia o istintiva
per il piacere che diffonde nell’aria
con la fierezza del corpo
e per l’esuberanza
della propria gioia.
E se taluno fingerà di non vederlo
o sdegnato
dopo averlo veduto
dall’altra parte si volta
è solamente perché gli piace
più di quanto
il suo dovere comporta.
Lui invece
pur sapendolo esattamente
mostra di non saperlo
o che non sia
né guarda in alto
quasiché sopra la sua testa

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il Ponte Garibaldi non esista.
È un dono da signore
la sua offerta
che nessuno respinge
in questa terra favolosa.
Essere infido
di te bisogna cogliere
il momento buono
e qualche volta sei bello
anche nel momento cattivo.