Dopo la prima branca,
a mezze scale,
è un ampio pianerottolo
con due cassapanche oscure
a cuscino colorato,
un, rosso di damasco,
un, giallo di broccato.
Al muro ancor si ammira,
quasi tutto scancellato,
un dittico in affresco.
Il dittico è in pessimo stato,
ma si può ancor vedere,
comporsi la pittura,
da ogni lato una figura.
A sinistra d'una donna
in atto di fuggire,
a destra d'un uomo a sedere,
in ruvido saio,
e in atto di serrarsi colle mani
le tempie e gli occhi,
i gomiti puntati sui ginocchi.
Si vede un occhio lacrimante della donna
implorante pietà,
si distingue una lacrima a metà,
l'occhio destro è caduto.
Si vede ancora bene,
nell'atto di fuggire,
il volar della gonna
dal vento troppo mossa,
gonna leggera a crespe
di fina seta rossa.
Ancor si vede, sopra di una spalla,
una ciocca di capelli discinti.
Chi sei? Dove corri così?
Perché lacrima l'occhio tuo?
Qual ragione ti mena?
Margherita?… Teresa?… Maddalena?…
Maddalena?
E l'uomo sta seduto,
in ruvido saio,
sopra il tronco d'un albero.
Ben si distingue ancora
la sua faccia scarnita e sparuta,
le mani ch'ei preme
sulle tempie e sugli occhi,
i gomiti puntati sui ginocchi.
Dove guardi? Chi sei?
Francesco o Antonio?
Hai paura del Signore o del Demonio?
Guardi laggiù quel verde?
Non è un tappeto, sai,
è il prato di Gesù.
Ti fan paura tutte quelle gonne?
Sono le spose di Gesù quelle donne.
Dove guardi con orrore,
nel color di quel prato
o in quello del tuo passato?
La tua vicina di pittura
è quello che t'impaura?
La sua veste troppo fina,
quei capelli, l'occhio suo,
ti ricordan la tua vita?
Non temere non temere,
non isbigottire,
lascia le tue tempie,
è una povera pentita.