MAR BIANCO

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SI vedono vagare,
girare, roteare
a gran velocità,
ali di cigni, code di paoni
a milioni a milioni,
per l'immensità
dell'acque bianche dense,
di questo stranissimo mare.
Svolazzare di piccoli stendardi,
agitare bianche piume
di grandissimi ventagli.
Acque dense bianchissime,
luce di perla, cielo d'opale.
Bianche barchette
come gusci d'uovo
dai remi d'avorio,
sole, a due, unite in brevi teorie
di tre, di cinque o sette,
da lunghi cadenti festoni
d'inverosimili perle.

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Fanciulli tutti bianchi
dall'ali di piccione,
posan leggeri con un piede solo,
sul loro cigno dal rapido volo.
Riempiono le barche,
dame vestite di lucenti rasi,
agitano le piume
dei loro ventagli,
le loro chiome sembrano
avoreo fiume.
Chi sul braccio si culla
un coniglino bianco,
chi un gatto sonnacchioso
sulla spalla,
chi una timida colomba
sulla crocchia.
Nelle barche, le code
delle loro vesti
non c'entrano per nulla,
s'allungano di dietro
lungo l'acqua, come sul loro
natural tappeto.

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Girano, roteano, scherzano,
sorridono, si divertono,
tutte queste candide sirene,
tutti questi candidi fanciulli,
fra tante bellezze rare,
sull'acque dense bianche
di questo stranissimo mare.