MAR ROSSO

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NON è un ampissimo mare,
si vedono bene i confini e i contorni,
la forma che à, à forma di cuore.
Son l'acque d'un rosso assai cupo,
ma vivo, fremente.
Non à questo mare nè onde nè flutti,
ma à nell'ammasso uniforme,
dei palpiti forti, ineguali,
s'abbassa e s'innalza,
s'espande o comprime.
Padrone del mare,
è un giovine Principe,
biondo, bellissimo.
In piedi alla prua d'una lancia
ei vive girando il suo mare.
Padrone assoluto, egli gira
traversa percorre ineguale
in tutti i possibili sensi.
La punta acutissima
di quella terribile lancia
trafigge, trapassa, trafora

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l'ammasso rossastro dell'acque,
ne balzano alti gli spruzzi,
in gorghi ed in fiotti
s'innalzano l'acque al passare
di quella terribile lancia.
Il Principe, in piedi, impassibile,
neanche un istante
rallenta il suo corso,
neppure uno spruzzo lo bagna,
la veste sua bianca
non porta neppure un puntino
del rosso dell'acque.
Padrone assoluto, egli gira
traversa percorre ineguale
in tutti i possibili sensi il suo mare,
diritto alla prua della lancia
terribile, biondo bellissimo.
Un gemito, un fremito,
che sembra l'affanno
d'eterno ed uguale dolore,
vien su da quel mare
che à forma di cuore.