A PALAZZO ORO ROR

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Nel mezzo a la notte, ogni notte,
la veglia incomincia a Palazzo Oro Ror.
In riva a lo stagno s'innalza il Palazzo,
soltanto lo stagno lo guarda perenne e lo specchia.
Già lenta l'orchestra incomincia la danza,
la notte è profonda.
Comincian le dame che giungon da lungi,
discendon silenti dai cocchi dorati:
Dei ricchi broccati ricuopron le dame,
ricuopron le vesti cosparse di gemme i ricchi broccati,
finissime gemme,
topazi ametisti.
Finestra non s'apre a Palazzo Oro Ror,
soltanto la porta a la sera
pel passo a le dame.
In fila infinita si seguono i cocchi dorati,
discendon le dame silenti ravvolte nei ricchi broccati.
Soltanto lo stagno ne specchia l'entrata
e l'oro dei cocchi risplende ne l'acqua estasiata.

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L'orchestra soltanto si sente,
si perde il lentissimo suono
confuso fra muover di serici manti.
La veglia ora è piena,
di fuori più nulla si vede.
Silenzio.
Un cocchio lucente che ancora in lontano risplende,
s'appressa più ratto del vento
e rapida scende la dama tardante,
se n'ode soltanto leggero frusciare del serico manto.
Il cocchio ora lento ne l'ombra si perde.