Cecchi, Emilio

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  • Altre intestazioni: Aymerillot | Ortensio
  • Codice identificativo: AD900AU-81
  • Tipologia: Persona Fisica
  • Date di esistenza: 1884-1966
  • Qualifica: Giornalista, scrittore.
  • Attività: Critico letterario, scrittore, giornalista.
  • Storia: Nasce a Firenze; ottenuto il diploma di ragioniere, a San Quirico d'Orcia approfondisce il suo precoce amore per la pittura. A Firenze frequenta il Gabinetto G.P. Vieusseux; nel 1902 si impiega in banca e poi svolge il servizio militare. Partecipa alla vita culturale cittadina, frequentando intellettuali e artisti; nel 1903 esordisce pubblicando sulla rivista "Leonardo" lo scritto "Il concerto". Negli anni successivi collabora alle riviste "Il Regno" e "Il nuovo giornale", scrivendovi soprattutto di letteratura e arte. Nel 1906, conseguita da privatista la licenza liceale, si iscrive all'Istituto di studi superiori di Firenze, ma non termina i corsi di lettere. Nello stesso anno conosce la pittrice Leonetta Pieraccini, di Poggibonsi (poi sposata nel 1911) e collabora ad "Athena", "Cultura sociale" e "Rivista di cultura". Nel 1907, funestato da lutti e tristi eventi familiari, per qualche tempo smette di dedicarsi alla cultura, per riprendere però i suoi interessi nel 1909. Da quell'anno e fino al 1911 è coinvolto nel progetto della "Voce". Nel 1910 inizia a collaborare alla "Tribuna", su cui scrive fino al 1923. Nel 1911 si trasferisce a Roma; scrive sul "Marzocco" e "La Nuova Antologia". Nel 1915 partecipa al Primo conflitto mondiale nelle retrovie; nel frattempo viene pubblicata una sua importante storia della letteratura inglese dell'Ottocento. Nel 1916 la sua famiglia si trasferisce a Firenze, mentre egli si reca al fronte come capitano di fanteria. Nel 1918 è inviato dalla "Tribuna" a Londra. Nel 1919 la sua famiglia ritorna a Roma. Collabora alla "Ronda" e diviene corrispondente del "Manchester Guardian", incarico che mantiene fino al 1925. Dal 15 luglio 1921 al 30 novembre 1923 tiene sulla "Tribuna" una rubrica settimanale di critica letteraria. Nel 1927 inizia la sua collaborazione con il "Corriere della Sera"; nel 1930 insegna a Berkeley e visita il Messico. E' di nuovo sul suolo americano quale inviato del "Corriere" negli anni Trenta. Da tali viaggi hanno origine alcune sue raccolte di articoli e osservazioni. Rimane a Roma durante la Seconda guerra mondiale, tranne un breve spostamento in Svizzera nel 1942. Nel 1945 torna a scrivere per il "Corriere" ed è socio dell'Accademia dei Lincei, che nel 1952 gli conferisce il premio per la saggistica. Negli anni Cinquanta si dedica alla raccolta e all'edizione in volume dei suoi numerosissimi scritti. Nel 1955 vince il Premio Saint-Vincent di giornalismo; nel 1958 gli viene conferita dall'università di Firenze la laurea in lettere honoris causa. Nel 1959 gli è assegnata la "Penna d'oro" del presidente della Repubblica. Muore a Roma.



  • Fonti (vedi legenda): 3, 8, 9
  • Ultimo aggiornamento: 2011-12-15