Folgore, Luciano

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  • Altre intestazioni: 1. Aramis;
 2. Albano Albani;
 3. Cerbero;
 4. Er Moro de li Monti;
 5. Esopino;
 6. Esopone;
 7. Fiore di Loto;
 8. Remo Vecchio (anagramma di Omero Vecchi);
 9. Senza Sonno.
  • Codice identificativo: AD900AU-103349
  • Tipologia: Persona Fisica
  • Date di esistenza: 1888-1966
  • Attività: Poeta, scrittore, drammaturgo
  • Storia: Luciano Folgore nasce a Roma il 18 giugno 1888, da Aristide Vecchi (di origine emiliana, impiegato) e da Maria Crema (piemontese). Primo di sei figli, viene registrato all’anagrafe con il nome di Omero Virgilio Cesare Francesco Vecchi.
    Nel 1904 inizia a collaborare con alcune riviste, utilizzando vari pseudonimi quali Aramis, Albano Albani, Fiore di Loto, Remo Vecchio (anagramma di Omero Vecchi), Er Moro de Li Monti (per le poesie in dialetto romanesco e con chiare allusioni al colore dei suoi capelli e al Rione Monti, dove è nato e dove vive da ragazzo); dal 1908 adotta lo pseudonimo di Luciano Folgore (firma con la quale rimase noto nel tempo anche dopo l’allontanamento dall’ambiente dell’avanguardia) e, dagli anni Dieci del Novecento, anche quello di Esopino e a volte quello di Esopone (in contributi di tipo umoristico). Durante la sua partecipazione al Primo conflitto mondiale, usa, in alcuni opuscoli ciclostilati e destinati ai soldati, lo pseudonimo di Senza Sonno e come Cerbero partecipa alle serate della Brigata degli Indiavolati, costituita a Roma nel 1922 nell’ambito del Cabaret del Diavolo (Hôtel Elite) di proprietà di Gino Gori.
    Nel 1907 ottiene, presso un istituto tecnico romano, il diploma di perito commerciale e ragioniere. L’anno successivo, grazie al superamento di un concorso, viene assunto come volontario di ragioneria presso l’Intendenza di Finanza di Roma; in seguito lavora, con la qualifica di ragioniere, presso il Ministero di Grazia e Giustizia (Direzione generale fondo culto). Sempre nel 1908 pubblica “Hora prima” (Guastalla, Tipografia Pecorini), il suo primo libro di versi, ed entra in contatto con Filippo Tommaso Marinetti a cui invia una poesia,“L’uomo della selva”, per farla pubblicare su «Poesia», rivista che Marinetti dirigeva a Milano (pubblicazione che, però, non avrà seguito).
    Nel 1909 aderisce al futurismo, divenendo il principale animatore del movimento a Roma: è, infatti, artefice della nascita di un collettivo poetico (a cui partecipano figure come Libero Altomare, pseudonimo di Remo Cantoni; Auro D’Alba, pseudonimo di Umberto Bottone; Giuseppe Carrieri), organizzatore di incontri tra futuristi e il direttore artistico della galleria di Giuseppe Sprovieri (la Galleria futurista permanente, sita in via del Tritone n. 125), luogo di mostre, letture e azioni futuriste.
    Il 1910, oltre ad essere l’anno del matrimonio con Carla Giannarelli (già sua compagna di scuola), è l’anno della pubblicazione, per l’ultima volta con il nome di Omero Vecchi, del volume di poesie “Fiammeggiando l’Aurora. Versi” (Roma, Edizione dell’Autore); inoltre, il suo nome figura in calce al “Manifesto del Futurismo” (pubblicato su «Il Futurismo», supplemento al V anno della rivista «Poesia»), al manifesto marinettiano “Venezia futurista” e al volantino edito per la Mostra di Umberto Boccioni, inaugurata a Venezia presso palazzo Pesaro.
    Particolarmente intensa l’attività letteraria e culturale di Folgore dal 1911 al 1920, periodo durante il quale vive l’esperienza della vita militare che influenzerà anche alcuni suoi componimenti (nel febbraio 1915, viene nominato sottotenente di Milizia territoriale dell’Arma di artiglieria e assegnato al 3° Reggimento di artiglieria da fortezza a Roma; nel febbraio-marzo 1915 partecipa, a Roma, al corso per sottotenenti; nel settembre-ottobre 1915 partecipa all’attendamento, a Bracciano, del 3° Reggimento di artiglieria, insieme a Marinetti e a Pasquale Marica; nel 1917, dichiarato inabile ai servizi di guerra, viene aggregato a un reparto mobilitato in una delle postazioni più importanti della difesa antiaerea di Venezia, Gruppo batterie antiaeree; nel 1918 insignito del distintivo di guerra con una stelletta dal Comando di artiglieria della difesa Regio Esercito della Piazza marittima di Venezia, dove presta servizio con il grado di sottotenente e, sempre nello stesso anno, inviato in congedo definitivo).
    Pubblica le raccolte poetiche “Il Canto dei Motori”, tipico prodotto della fase iniziale del futurismo (Milano, Edizioni futuriste di «Poesia», 1912), “Ponti sull’Oceano. Versi liberi (Lirismo sintetico) e parole in libertà. 1912-1913-1914” (Milano, Edizioni futuriste di «Poesia», 1914), “Città veloce. Lirismo sintetico 1915-1918” (Roma, Soc. an. Editrice «La Voce», 1919); gli opuscoli, in forma anonima, “Panzane raccolte da Senza Sonno” e “Attendamento Bracciano III Artiglieria. Futurismo Marinetti Folgore mensa territoriali nebbia istruzioni cicoria baracche fanfaluche sprizzi sprazzi spruzzi Foc Foc Foc Foc” (entrambi Roma, Stab. Litografico Sampaolesi, 1916); la raccolta di novelle umoristiche “Crepapelle. Risate” (Roma, Ugoletti, 1919). Inoltre, nel 1918 diffonde, con lo pseudonimo S° Ten. A.B.C.D.E.F.Q. Senza Sonno, il ciclostilato intitolato “Poema della guardia. Vita antiaerea, raccontata da uno che l’ha vista, l’ha fatta, l’ha sorbita, l’ha centellinata, l’ha celibata per quindici mesi (1917-1918)”.
    Escono, poi, sintesi teatrali nelle raccolte collettanee dedicate al “Teatro futurista sintetico”, curate da Marinetti, Emilio Settimelli e Bruno Corra (1915-1916) e componimenti su “Antologia della Diana” (Napoli, 1918). Numerose le collaborazioni di Folgore con riviste e periodici, italiani e stranieri, nell’ambito dei quali ricopre anche ruoli di natura redazionale («Nuova Italia», edita a New York, 1912; «Lacerba», dal 1913; «Il Travaso delle idee», 1913; «La Tribuna illustrata», dal 1913; «La Voce», 1913-1916; «L’obolo del pensiero», numero unico del Liceo “Torquato Tasso” di Roma, gennaio 1915; «La Balza», 1915; «Vela latina», 1915; «La Ruota», 1915; «La Diana», 1916; «Il Piccolo», 1916; «Sic», edita a Parigi, 1916-1917; «La folgore futurista», 1917; «La Revista», edita a Barcellona, 1917; «La Scalata», 1917; «La Marina», 1917; «Il Tempo», dal 1917; «L’Italia futurista», 1918; «La Ghirba», giornale dei soldati della 5ª Armata, 1918; «Il Montello», quindicinale dei soldati del Medio Piave, 1918; «Valori Plastici», 1918; «Noi», 1919; «Atys», 1919; «Dinamo», 1919; «Roma futurista», 1919-1920; «Cronache d’Attualità», 1919; «Messaggero della Domenica», 1919; «Poesia», rassegna internazionale diretta da Mario Dessy, che eredita il nome dalla rivista fondata da Marinetti nel 1905, 1920).
    Tra la fine del 1916 e la primavera del 1917 cura l’uscita del mensile d’avanguardia «Avanscoperta» (il cui gerente responsabile è Ettore Marchionni) su cui Folgore pubblica, talvolta in forma anonima, anche suoi testi.
    Sottoscrive i manifesti “Musica futurista” e “Noi futuristi” del compositore e musicologo Francesco Balilla Pratella (1911); partecipa a manifestazioni e serate futuriste durante le quali declama anche le sue poesie (ad esempio, nel 1912 presso la Bechstein Hall di Londra; nel 1913 presso il Teatro comunale di Velletri; nel 1914 presso le gallerie di Sprovieri a Roma e a Napoli); recita le sue favole (nel 1913 presso il padiglione Colonna a Roma); tiene conferenze (ad esempio, nel 1914, presso le gallerie di Sprovieri a Roma e a Napoli, le conferenze intitolate “Negli hangars del futurismo. Storie, aneddoti, indiscrezioni, rivelazioni sulle persone e sul movimento futurista” e “Dinamica futurista”); prende parte a rappresentazioni (nel 1914, presso la Galleria futurista permanente di Roma, partecipa alla rappresentazione di “Piedigrotta”, poema di Francesco Cangiullo) o recita parodie di poeti (nel 1919 presso la Sala Pichetti di Roma).
    Nel settore teatrale si ricorda, nel 1915, il contratto di collaborazione con Ettore Petrolini, a cui cede, dietro compenso, tutti i diritti di esecuzione, riproduzione e stampa della rivista “Petrolineide”, che Folgore firma con lo pseudonimo di Esopino.
    Infine, alle elezioni per il Consiglio direttivo della Società degli autori di Roma, viene eletto tra i sindaci (1912).
    Gli anni Venti del Novecento segnano una sorta di “cesura” nella vita di Folgore. Infatti, con il 1920 inizia il suo allontanamento dal futurismo e nel 1922 muore la moglie Carla Giannarelli.
    Tale nuova fase non comporta, però, un completo distacco dall’ambiente e dalle influenze futuriste – come in seguito ammetterà lo stesso Folgore e come è testimoniato dalla sua produzione – né un rallentamento dell’attività di Folgore il quale continua ad occupare un posto di rilievo nell’ambiente culturale e artistico italiano.
    Proprio il 1920 registra la pubblicazione di suoi componimenti poetici nell’antologia “Poeti d’oggi”, curata da Giovanni Papini e Pietro Pancrazi (Firenze, Vallecchi) e il 1935 quella di alcuni suoi componimenti poetici nell’“Antologia dei poeti fascisti”, curata da Mariani dell’Anguillara e Olindo Giacobbe, con prefazione di Massimo Bontempelli (Roma, Istituto grafico tiberino).
    Negli anni successivi Folgore pubblica “Poeti controluce” (Foligno, Campitelli, 1922), “Poeti allo specchio” (Foligno, Campitelli, 1926) e “Novellieri allo specchio” (Milano, Ceschina, 1935), opere contenenti parodie di poeti contemporanei e nelle quali traspare la sua vena ironica e dissacrante.
    Pubblica anche opere narrative quali i racconti “Graffa, l’impermeabile” (Milano, Mondadori, 1923), le novelle “Nuda ma dipinta” (Foligno, Campitelli, 1924) e “Mia cugina la luna” (Roma, Edizioni d’Arte Fauno, 1926), il romanzo grottesco “La città dei girasoli” (Milano-Roma, Mondadori, 1924) e “La trappola colorata”, romanzo “extragiallo umoristico” (Milano, Corbaccio, 1934); ed ancora, opere poetiche come “Musa vagabonda…gioconda e qualche volta profonda” (Foligno, Campitelli, 1927), “Liriche” (Foligno, Campitelli, 1930), “Il libro degli epigrammi” (Foligno, Campitelli, 1932), “Favolette e strambotti” (Milano, Ceschina, 1934), “Poesie scelte. Parodie, liriche, favole, epigrammi” (Milano, Ceschina, 1940), “Le strade del Signore. Raccolta di massime, pensieri, immagini, similitudini” (Roma, L’Ape, 1945). Inoltre, collabora, insieme ad altri, al “Futuralmanacco, ovvero la chiave dell’avvenire. Guida indispensabile per vivere 1000 anni” (Roma, Il Travaso delle idee Editore, 1927, anche se all’interno come data di stampa viene indicata il 1926) e a “L’Almanacco degli Artisti” (Roma-Foligno, Campitelli, 1931),
    Di rilievo la sua produzione teatrale: “Sintesi teatrale Ombre + fantocci + uomini” (1920), “Rose di carta” (1920), “Quadrante d’amore” (1924), “Tre momenti” (1927), “Il dramma della solitudine” (1927), “L’ora del fantoccio” (1927), “Voluttà geometrica” (1928), “Piovuta dal cielo” (1941) e “Un matto in pericolo” (1941).
    Sempre nel corso degli anni Venti-Quaranta del Novecento e anche nell’ambito di manifestazioni futuriste, Folgore continua, in Italia e all’estero, a recitare le sue parodie, favole ed epigrammi, a declamare poesie e a tenere conferenze; come, sempre in Italia e all’estero, altri (anche appartenenti o vicini all’ambiente futurista) continuano a declamare le sue poesie nelle università, negli istituti e circoli di cultura.
    Nel settore delle riviste Folgore prosegue la collaborazione con parte dei periodici su cui aveva pubblicato contributi già prima della sua “rottura” con il futurismo (ad esempio, con «Avascoperta» che, sotto la guida di Francesco Giacobbe e Gino Nibbi, viene ripubblicata nel 1920 con sede a Verona e con il nuovo titolo di «Le Pagine»; «Atys», 1921; «Cronache d’Attualità», 1921-1922) e, contemporaneamente, inaugura nuovi rapporti e nuove collaborazioni («La Ciurma», 1920; «L’Azione», 1920-1922; «L’Idea nazionale», 1920-1921; «Sinagoga», 1921; «Il Popolo romano», 1921; «Il Travaso», di cui diviene, a partire dal 1922, uno dei principali supporti, anche se forme di collaborazione sono rintracciabili in anni precedenti; «L’Impero», 1923; «Corriere Italiano», 1924; «L’Ambrosiano», 1925; «La Tribuna», dal 1925; «Il Tevere», 1925; «Il Popolo di Roma», 1925; «Il Libro», giornale redatto dalla Brigata degli Indiavolati, 1925; «La Stampa», 1926-1928; «Nuova Antologia», 1926-1927 e 1929; «Kultur-Korrespondenz», edita a Berlino, 1927; «Oggi e Domani», 1930; «La cucina italiana», 1930; «L’Opinione», edita a Philadelphia, 1930; «Rivista italo-bulgara di letteratura, storia, arte», edita a Sofia, 1931; «Gazzetta del Popolo», 1931-1935; «Futurismo», 1932-1933; «Dinamo Futurista», 1933; «Libro italiano», edito a Lipsia, 1934; «Stile Futurista», 1935; «Il Giornale italiano», edito a Sidney, 1936; «Artecrazia», 1936; «L’Ala d’Italia», 1939; «Marc’Aurelio», 1939; «Il Dramma», 1940; «Corriere del Lunedì», 1941; «Corriere padano», 1941; «Film», rotocalco, 1943). Come giornalista de «La Tribuna» e de «Il Popolo d’Italia», partecipa, nel 1927 e nel 1930, alle crociere mediterranee degli avanguardisti e, dal 1935, collabora e partecipa all’esperienza del «Giornale parlato per il popolo» promosso da Maria Luisa Fiumi.
    Proseguono anche le rappresentazioni delle sue produzioni teatrali: nel 1920 la sintesi teatrale “Ombre + fantocci + uomini” (Salle Plainpalais di Ginevra) e l’opera “Rose di carta” (Teatro Argentina di Roma); nel 1921 sintesi teatrali futuriste al Teatro Svandovo di Praga (con un discorso introduttivo dello stesso Marinetti); nel 1923, la commedia per marionette “I palombari notturni” (Cabaret del Diavolo di Roma). Inoltre, nel 1924 è annunciata la rappresentazione, a Praga, della commedia “Quadrante d’amore” (lavoro scritto da Folgore nel 1923); nel 1927, viene rappresentato, in forma privata presso casa Gasparri a Roma, il balletto “Serraglio”, con testo di Folgore (poi rappresentato, nel 1936, anche nelle sale del Konzerthaus di Vienna); nel 1927 debutta, presso il Théâtre de la Madeleine di Parigi, il Teatro della Pantomima futurista di Enrico Prampolini e Maria Ricotti, che vede la presenza delle pantomime di Folgore “Trois moments” e “Le drame de la solitude”); nel 1941 viene rappresentata, presso il Teatro Valle di Roma, la commedia “Piovuta dal cielo”.
    Nell’ottobre del 1924, la cura de “Il grammofono della verità” (rubrica umoristica di parodie che terrà per oltre dieci anni) segna l’avvio della sua collaborazione con la Radio italiana (che aveva inaugurato le sue trasmissioni nel settembre dello stesso anno); collaborazione che prosegue con altri programmi, quali, ad esempio, “Il quarto d’ora umoristico” (dal 1925). Inoltre, nel 1935, l’EIAR promuove, per gli ascoltatori americani, una conversazione radiofonica di Folgore, intitolata “L’umorismo di chi se ne va e la malinconia di chi rimane”. Sempre nello stesso anno, in base ad accordi con la Metro Goldwin Mayer, la casa discografica Columbia produce il primo disco con la versione italiana di Stan Laurel e Oliver Hardy e che presenta due scenette scritte da Folgore (“Stan e Oliver in festa” e “Stan e Oliver al giardino zoologico”).
    Tra le altre iniziative di Folgore, ricordiamo, nel 1923, la sua sottoscrizione, nell’ambito di una campagna in difesa della lingua, alla proposta per l’italianizzazione delle insegne degli alberghi e dei negozi (“I diritti artistici propugnati dai futuristi italiani”, in «Noi», aprile).
    Tra gli incarichi assegnati a Folgore, si segnalano le sue nomine a membro di una commissione giudicatrice in un concorso per la canzone romanesca, promosso da «Il Giornale d’Italia» (1926), a commissario in un concorso poetico-musicale, bandito dal Dopolavoro dell’Urbe per la festa di San Giovanni (1931) e, infine, a membro del comitato promotore del I Convegno nazionale della poesia bacchica amorosa e guerriera, organizzato a Siena nell’ambito della II Mostra-mercato dei vini tipici d’Italia e in accordo con il Sindacato autori e scrittori (1935).
    Negli anni che vanno dal secondo dopoguerra fino alla sua morte (avvenuta a Roma il 24 maggio 1966), nella vita privata di Folgore entra la figura di Valentina Scalzi (che poi sposerà nel 1962), mentre nella vita e produzione letteraria e culturale prevale l’attenzione per il mondo dell’infanzia.
    In particolare, crea programmi radiofonici per ragazzi (ad esempio, nel 1946, i programmi “Capitan Matamoro”, “Il segretario dei piccoli”, “Radiolilliput” e “Pinocchio”); pubblica libri di poesie per l’infanzia (“Mamma, voglio l’arcobaleno. Poesie per bambini grandi e piccini”, Roma, Magi-Spinetti, 1947; “L’Albero di Natale”, Milano, Ceschina, 1955), libri di favole (“Il libro delle favole”, Milano, Ceschina, 1956) e libri per ragazzi (“È arrivato un bastimento”, Torino, ERI Edizioni RAI, 1960; “Stelle di carta e d’argento”, Torino, ERI Edizioni RAI, 1960).
    Collabora con il «Corriere dei Piccoli» (dal 1955) e con «La Via migliore», rivista per ragazzi e organo dell’Associazione fra le casse di risparmio (1959-1966). Scrive uno spettacolo per bambini, intitolato “Giochi e favole per bambini”, presentato alla Fenice di Venezia nell’ambito del Festival internazionale di musica del 1959.
    Tra le altre attività professionali, ricordiamo che nel 1946 è tra i primi autori chiamati a collaborare con la radio; inizia il suo rapporto con il «Radiocorriere» (dal 1949) e con «Stampa sera» (primi anni Cinquanta del Novecento); scrive il testo della canzone “Esistenzialisti”, con musica di Zeusi Riderelli (1954); pubblica il testo di “Esculapio al neon. Fantasia teatrale e musicale in un atto”, con musica di Ennio Porrino (1964); traduce “Il gran teatro del mondo” di Pedro Calderón de la Barca (1957); ripubblica l’opera “Il libro degli epigrammi” (Milano, Ceschina, 1955) e pubblica “Il libro delle parodie” che riunisce, con l’aggiunta di una serie di nuove parodie, “Poeti controluce” del 1922 e “Poeti allo specchio” del 1926 (Milano, Ceschina, 1965).

    Bibliografia su Luciano Folgore:
    1. Giuliano Manacorda, “Luciano Folgore”, estratto da «Studi Romani», XXIX (1981), n. 3-4;
    2. Filippo Tommaso Marinetti, "Carteggio futurista", a cura di Francesco Muzzioli, Roma, Edizioni Officina, 1987, passim;
    3. Claudia Salaris, “Luciano Folgore e le avanguardie con lettere e inediti futuristi”, Scandicci (Firenze), La Nuova Italia Editrice, 1997 ("Biblioteca di cultura", 215);
    4. Monica De Luca, "Luciano Folgore percorsi: da futurista a scrittore per l’infanzia”, tesi di laurea specialistica in Testo, linguaggi e letteratura, Università degli studi di Roma “La Sapienza”, relatore prof. Aldo Mastropasqua, correlatore prof.ssa Francesca Bernardini, anno accademico 2006/2007.
  • Fonti (vedi legenda): 4:wikipedia
  • Ultimo aggiornamento: 2010-02-02